La casa al mare, oltre a rappresentare per me il periodo delle vacanze, è il posto che mi permette di tornare indietro nel tempo.
In realtà è la casa di famiglia, dove io sono entrata per la prima volta all’età di 15 giorni. Si può ben capire quindi quanti ricordi nasconda un luogo che ha 140 anni e quali legami invisibili intesse con il mio cuore.
Tra le tante differenze con la casa di città, una ha un vero carattere di distinzione. Il modo di apparecchiare il letto. I meravigliosi e confortevoli copripiumino colorati, avvolgenti e rapidi nella sistemazione quotidiana, lasciano il posto alle lenzuola della nonna e della bisnonna.
Adoro preparare il letto con questa biancheria… penso a quanta passione, quanta fatica e quanto tempo è stato impiegato per realizzare tutti i ricami, i pizzi e gli intagli che la compongono. Ricordo mia nonna con il telaio in mano e il ditale mentre entrava ed usciva l’ago da una tela così tesa da generare rumore. Le stoffe erano lini grezzi (e non sempre morbidissimi), cotone, battista ed il disegno veniva riprodotto a mano con la carta carbone e solo dopo ricamato. Un lavoro che durava anni ma che alla fine dava un’enorme soddisfazione. Sono particolarmente legata ad uno di questi lenzuoli che riporta le iniziali di mia nonna. Probabilmente faceva parte del suo corredo di giovane ragazza.
È capitato di ritrovarle con macchie gialle lasciate dai decenni di inutilizzo, resistenti ai vari lavaggi sbiancanti. Ma ancora una volta mi è venuta in aiuto la saggezza degli antichi. Mamma infatti mi ha detto: “Non preoccuparti, proviamo come mi ha insegnato la nonna” e così, con santa pazienza, ha passato tutto il lenzuolo con il sapone da bucato asciutto e poi lo ha steso largo sulla terrazza al sole. Dopo qualche giorno, anche le macchie più ostili erano andate via.
Così quando rifaccio il letto mi capita di accarezzare quei ricami, di passare le dita su quei rammendi fatti per nascondere un piccolo strappo o piccole giunture realizzate per allungare una federa. Ed è un trionfo di nodi d’amore, di puttini, di trasparenze e trafori.
Qualcuno può pensare, forse giustamente, che si tratti di cose vecchie, per me rappresentano i ricordi di un passato che non voglio dimenticare.