La dipendenza dallo smartphone è un argomento ormai trattato, analizzato, sviscerato in ogni suo aspetto. Un paio di giorni fa, mentre accompagnavo mia figlia a scuola, ho sentito alla radio un sondaggio che invitava la gente ad intervenire sull’ uso del cellulare a tavola. Il 66% delle persone hanno dichiarato di non farne uso ma, francamente, io a questa affermazione credo poco.
Tutte le volte che sono a cena fuori, la mia attenzione è attirata da clienti che smanettano con i cellulari isolandosi completamente dalle conversazioni. Spesso, all’interno della stessa famiglia, ogni membro è impegnato in una propria ricerca ed il risultato è la completa assenza di interazione tra persona e persona.
Prescindendo dal fatto che esiste il libero arbitrio e che ognuno può fare ciò che vuole, è vero, però, che esistono delle regole universali di buona educazione che dovrebbero essere rispettate, perlomeno in pubblico.
- Non poggiare il cellulare sul tavolo. Non è igienico. Lasciarlo nella borsa o nella giacca.
- Silenziare la suoneria. I trilli, le musichette, i cinguettii disturbano tutti, persone vicine e lontane.
- Qualora si dovesse aspettare una chiamata o una comunicazione urgente è possibile consultare il telefono di tanto in tanto motivando la necessità. Non si risponde né si usano, ovviamente, il vivavoce o gli auricolari.
Salvo casi eccezionali, non cade il mondo se stiamo un paio d’ore senza l’ossessione di dare un’occhiata ai social a cui siamo iscritti…D’altro canto, non c’è niente di più brutto, per la persona che sta seduta al tuo tavolo, del rendersi conto di non avere la tua attenzione ed essere soppiantata da una ricerca su google o dalla lettura di un messaggino.
E allora facciamo pace con il nostro cervello, disconnettiamoci e riappropriamoci delle nostre emozioni, guardiamoci intorno e riassaporiamo il piacere di una bella discussione o di un confronto in buona compagnia.